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Il Direttore Esecutivo del WorldSBK Gregorio Lavilla analizza la stagione 2020

Monday, 2 November 2020 09:57 GMT

Nuovi formati di gara, tantissimo spettacolo in pista, il gran finale e le difficoltà legate al COVID-19: il Direttore Sportivo del WorldSBK commenta l’annata che si è conclusa da poco.

Il Direttore delle Aree Sporting & Organisation del WorldSBK Gregorio Lavilla ci dice la sua sulla splendida stagione 2020 del Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike. L’ex pilota del WorldSBK parla dei protocolli adottati, dei nuovi formati di gara, della lotta per il titolo mondiale tra Jonathan Rea (Kawasaki Racing Team WorldSBK) e Scott Redding (ARUBA.IT Racing – Ducati) ma volge lo sguardo anche in ottica 2021. Questa è la prima parte dell’intervista, domani non perderti la seconda!

Come pensi che sia andata la stagione?

“Siamo molto contenti considerando che non è stata una stagione normale. Non è stato facile raggiungere il nostro obiettivo e nel corso dell’anno ci sono state tante incertezze. Abbiamo definito il nostro obiettivo a giugno e a fine luglio ce l’abbiamo fatta. Penso che le gare siano state bellissime e che tutto sia andato secondo i piani, senza troppe difficoltà. Ora siamo davvero felici per com’è andata la stagione. Moltissimi ci hanno ringraziato per aver dato vita a questo Campionato, ci siamo riusciti anche se andare avanti con l'annata ha comportato delle responsabilità per tutti coloro che fanno parte del paddock in termini di rispetto dei protocolli. Ringrazio tutti coloro che sono stati coinvolti perché senza la loro collaborazione non sarebbe stato possibile”.

Qual è stata la sfida più grande che avete dovuto affrontare in questa stagione?

“All’inizio abbiamo dovuto capire quali circuiti sarebbero stati contenti di ospitare un evento. Abbiamo proposto sempre le stesse condizioni - tranne che nei casi di Portimao e Magny-Cours - ovvero gareggiare a porte chiuse. La prima sfida è stata trovare le piste che avrebbero accettato queste condizioni, dato che ospitare un Campionato del Mondo non è una cosa facile quando non puoi contare sulle entrate economiche da parte dei tifosi. Poi abbiamo dovuto definire un protocollo che fosse fattibile da rispettare e, terzo, dovevamo ricevere l’ok per permettere alla nostra famiglia e al Campionato di spostarsi; abbiamo dovuto firmare delle autorizzazioni per consentire l’ingresso di chi arrivava dall’esterno della zona Schengen”.

“In ogni caso non sapevamo se i permessi speciali sarebbero stati sufficienti dato che cambiava tutto ogni giorno e c'erano sempre dei dubbi. Il weekend prima di Magny-Cours c’è stato un cambiamento in termini di restrizioni che forse non ci avrebbe permesso di disputare il Round anche se i team erano già in viaggio. Era una situazione orribile. Sono sollevato di aver portato a termine la stagione dato che è stata molto stressante!”.

Cosa ne pensi delle gare doppie nel WorldSSP e nel WorldSSP300? Come sono state? Le vedremo anche in futuro?

“Con un numero ristretto di eventi – non sapevo quanti ne avremmo disputati, forse due, tre o quattro – dovevamo portare maggiore spettacolo alle altre classi. Nel 2018 penso che ci siano state otto gare nel WorldSSP300, quindi ritenevo che nello scenario peggiore avremmo dovuto mettere in scena almeno quel numero minimo di gare in modo da poter dire che sarebbe stato un ‘vero’ Campionato del Mondo. Il secondo punto è che volevamo dare più visibilità ai team di tutte le classi per aiutarli a 'difendere' i loro budget e mostrare ancora di più i loro sponsor, soprattutto durante questo periodo difficile. In generale noi e i team siamo soddisfatti della stagione”.

“Puntiamo a mantenere il doppio formato di gare nel WorldSSP e nel WorldSSP300 anche nel 2021. Ora stiamo valutando che quella appena conclusa è stata un’annata molto ristretta e stressante in circuito. Per esempio, i problemi che abbiamo avuto a Magny-Cours hanno comportato un ulteriore spostamento rispetto al solito. Il lavoro che facciamo, soprattutto in Direzione Gara, è andare a definire un programma con cui si possa gestire qualsiasi scenario possibile con il minor ritardo possibile. In generale però si è trattato di un cambiamento positivo che abbraccia lo spirito del Campionato WorldSBK che ha sempre offerto delle gare doppie nel suo formato. Perché quindi non trasferirlo in tutte le classi?

“È come giocare a Tetris dove devi continuare a cambiare i diversi blocchi in modo che tutto si incastri insieme. È una bella sfida, quindi se pianifichiamo di avere da otto a dieci eventi europei, poi anche la bLU cRU Yamaha R3 Cup dovrebbe scendere in pista in alcune di quelle occasioni. In alcuni Round avremmo quindi il programma completo con tutte le classi che saranno in pista per le loro rispettive gare. Questo però non avverrà in tutte le occasioni. Stiamo provando a definire tutti i parametri. Il WorldSBK resterà sempre com’è adesso mentre stiamo elaborando un piano anche per il WorldSSP, il WorldSSP300 e la Yamaha Cup”.

Qual è la tua opinione sullo spettacolo e sulle emozioni vissute in pista nel 2020?

“Penso che se anche il Campionato avesse disputato tutti e 13 i Round in programma, la lotta per il titolo si sarebbe protratta fino alla fine. Sì, la gente dirà ‘alla fine ha vinto sempre lo stesso’ ma le gare sono gare e non c'è stato nessun pilota che ha avuto un chiaro vantaggio sugli altri. Ci sono piste in cui Kawasaki è andata forte, in altre è andata meglio Ducati e anche Yamaha e Honda in alcune circostanze sono state della partita. Guardando questo anche in ottica futura, avremmo una solida base per migliorare e per assistere a delle gare ancora più appassionanti dato che il Campionato è cresciuto nel corso dell’anno. BMW ha avuto degli alti e bassi, sta lavorando duramente sul nuovo modello per poter essere competitiva. Non vedo davvero l’ora, sono molto ottimista e convinto che nel 2021 assisteremo a delle gare ancora più spettacolari”.

Quanto è stato complicato portare a termine la stagione?

“Penso che dobbiamo stabilire due cose: il nostro protocollo e anche quello di ogni Paese e regione. La chiave è stata adattare le linee guida di ogni Paese a quelle del paddock: per esempio in Portogallo non era obbligatorio indossare la mascherina all’aperto con più di due metri di distanziamento sociale ma nel paddock ci siamo assicurati invece che tutti le indossassero. È andato tutto bene. Abbiamo continuato a monitorare il rispetto delle regole all’interno del paddock, a partire dai team e dai commissari fino al catering e alla hospitality. È diventata una consuetudine che ci ha permesso di disputare la stagione”.

Come pensi che sia andato il Round di Estoril e quale sarà il futuro del circuito?

“Di sicuro è stata una grande sorpresa poiché si trattava di una novità. Il feedback da parte del paddock e di alcuni piloti è stato che abbiamo bisogno di realizzare dei lavori di manutenzione come già facciamo in altri circuiti. Nel complesso abbiamo avuto il via libera per riproporre questo Round anche in futuro. Stiamo discutendo delle varie possibilità, in futuro e anche in questi giorni il mio lavoro è mettere a punto il calendario che abbiamo previsto per il 2021. Al momento l’Estoril è sul tavolo e speriamo di poterlo inserire”.

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